28-12-2000

 

ALDO FABRIZI

(1905-1990)

 

 

 

Aldo Fabrizi, uno degli attori cinematografici più famosi d'Italia, è l'autore di un certo numero di poesie dialettali specificamente dedicate al cibo e alla cucina. La sua fama di comico è senz'altro maggiore dei suoi meriti poetici: non sono molti i romani che conoscono le sue opere in versi.

Nato nel 1905 presso la popolare piazza di Campo de' Fiori, i suoi studi si interruppero bruscamente all'età di 11 anni, alla morte del padre.

Negli anni '30 ebbe inizio la sua attività artistica con spettacoli di varietà. Nel 1942 apparve in un film, ottenendo un buon successo: era il primo passo di una lunga carriera durata 35 anni, circa 80 titoli, molti dei quali come protagonista.   

Fabrizi si trovava perfettamente a suo agio nei ruoli brillanti così come in quelli drammatici; nonostante sia considerato uno dei migliori comici romani, il suo nome è solitamente legato al famoso film Roma città aperta (1945), basato sugli ultimi giorni dell'occupazione di Roma da parte delle milizie naziste alla fine della seconda guerra mondiale.

Oltre ad essere un'eccellente atore, scrisse la sceneggiatura per alcuni dei molti titoli in cui lavorò, ne diresse lui stesso qualcuno, e ne produsse perfino due.

Negli anni '60 e '70 apparve anche in due diverse edizioni del musical "Rugantino", in una piece teatrale, e in diversi programmi televisivi. 

Il cibo era probabilmente l'attività preferita di Fabrizi (si dilettava tanto a preparare piatti quanto a ...mangiarseli); ciò dava ragione della sua massicia corporatura, una caratteristica che sfruttava assai bene nell'interpretare i suoi personaggi. 

Nell'ultimo periodo, con suo grande rammarico, problemi di salute lo costrinsero ad evitare gli eccessi alimentari, e a mettersi a dieta. Due raccolte di poesie, "La Pastasciutta" (1971) i cui temi principali sono il cibo e le sue ricette preferite con la pasta, e "Nonna Minestra" (1974), testimoniano questa sua passione.

 

 

 

MAGNÀ E DORMÌ  

 

 

So' du' vizietti, me diceva nonno,

che mai nessuno te li pò levà,

perché so' necessari pe' campà

sin dar momento che venimo ar monno.

 

Er primo vizio provoca er seconno:

er sonno mette fame e fà magnà,

doppo magnato t'aripija sonno

poi t'arzi, magni e torni a riposà.

 

Insomma, la magnata e la dormita,

massimamente in una certa età,

so' l'uniche du' gioje de la vita.

 

La sola differenza è questa qui:

che pure si ciài sonno pòi magnà,

ma si ciài fame mica pòi dormì.

 

 

 

 

 

LA DIETA

   

 

Doppo che ho rinnegato Pasta e pane,

so' dieci giorni che nun calo, eppure

resisto, soffro e seguito le cure...

me pare un anno e so' du' settimane.

 

Nemmanco dormo più, le notti sane,

pe' damme er conciabbocca a le torture,

le passo a immaginà le svojature

co' la lingua de fòra come un cane.

 

Ma vale poi la pena de soffrì

lontano da 'na tavola e 'na sedia

pensanno che se deve da morì?

 

Nun è pe' fà er fanatico romano;

però de fronte a 'sto campà d'inedia,

mejo morì co' la forchetta in mano!

 

 

 

 

 

 

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